Intervista esclusiva. Coach Brian Carpi racconta la sua carriera dal Minibasket alla Serie B e il ritorno a casa e al … Minibasket
Un pivot che non ha mai avuto … un centro fisso nella sua vita.
Ha girovagato un po’ ovunque in tutta Italia: partito dall’allora Centro Minibasket di Pieve di Soligo, ha subito vestito la casacca del settore giovanile della Vigor Conegliano, toccando poi Montecatini (Pistoia), Mestre, La Maddalena (Sassari), Omegna (Verbano-Cusio-Ossola), Voghera (Pavia), Ferentino (Frosinone), Novellara (Reggio Emilia), Riva del Garda (Trento), Porto Torres (Sassari) e, infine, San Vendemiano. Con due “The Last Dance”, prima a Pieve di Soligo e poi a Ormelle. Da qualche anno allena nei settori giovanili della zona e nella prossima stagione a Pieve di Soligo si dividerà tra Under 16 e … Aquilotti 2011, Scoiattoli e Pulcini del Settore Minibasket. Questo è coach Brian Carpi (nella foto sopra), classe 1982, originario di Campea di Miane e oggi residente a Santa Lucia di Piave. Qui ci racconta la sua carriera e la voglia di diventare … istruttore Minibasket nazionale.
Coach, quando eri giocatore hai girato tutta la penisola, da Nord a Sud. Quali sono le annate che ti ricordi maggiormente ?
La prima annata che mi viene in mente è quella del passaggio dalla Vigor Conegliano a Montecatini, la più formativa. Ho fatto il penultimo anno di giovanili in Toscana ed ero inserito in una squadra selezionata. Con coach Alessandro Finelli (attualmente allenatore di Scafati Basket in A2, ndr) abbiamo vinto lo scudetto di categoria a Reggio Calabria, contro la Montepaschi Siena di Simone Pianigiani. In quell’anno, il 1999-2000, facevo pure gli allenamenti con i ragazzi della Serie A.
Altri ricordi memorabili ?
Sicuramente l’anno successivo, quando giocavo ai Bears Mestre. Lì ho incominciato seriamente con la mia carriera: 7/8 anni in giro per l’Italia tra la B1 e la B2, fino alla DNC (attuale C Gold, ndr). A San Vendemiano (nella foto sotto, da ruckersanve.it), quando sono tornato a casa, ho fatto i miei ultimi anni “buoni”. Poi, giocando in Serie D con il Basket Pieve ’94, sono arrivate altre priorità nella vita e mi piaceva di più allenare. Negli anni della B, però, voglio ricordare Omegna, in Piemonte. Lì era pazzesco, sembrava che la città ruotasse attorno al basket … i fan erano appassionatissimi e ti sembrava di essere in un posto in cui tutta la città era interessata alla pallacanestro.
E la Sardegna ?
Ci sono stato in due periodi diversi. Prima a La Maddalena, all’inizio della carriera, e poi a Porto Torres, l’ultimo anno prima di tornare a casa. Quando ci sono stato io la Dinamo Sassari non aveva ancora vinto lo scudetto, ma il basket era già molto sentito. Inoltre è successa una cosa divertente: quando a Porto Torres il palazzetto si è allagato, ci siamo allenati dove si allenava anche Sassari e siamo diventati amici con i ragazzi della Dinamo. Detto questo, lì il basket è interpretato in maniera diversa.
Cosa intendi ?
Quando ero in Sardegna, le squadre dell’isola facevano i gironi di centro e sud. In quei campionati c’è un approccio più fisico, ma non perché quella sia una tattica, ma perché ci mettono più cuore. Ci sono caratteri più sanguigni. Spesso conta di più questo che tutto il resto.
Quali allenatori ricordi maggiormente e quali sono stati i più importanti per te ?
Sicuramente Alessandro Guidi (nella foto sotto, da perugiabasket.com, oggi allenatore delle nazionali giovanili e responsabile tecnico territoriale del Friuli Venezia Giulia, ndr). Mi ha allenato a Conegliano, quando la Vigor era nell’orbita della Stefanel Trieste, e mi ha insegnato a giocare a basket. È quello che mi ha formato maggiormente. Poi voglio ricordare Maurizio Buscaglia a Mestre, vice allenatore sempre di Guidi. Con lui ho fatto le giovanili e la B1. Maurizio è una persona di una bravura incredibile e sa perfettamente come gestire uno spogliatoio. Lui mi ha rivoluto ai Bears dopo l’esperienza a Riva del Garda. Perdemmo la semifinale contro Jesolo, avremo potuto raggiungere la Reyer in B1. C’è, inoltre, Giampaolo Mazzoleni nel mio anno a Porto Torres. È un ex giocatore (ha fatto le giovanili e qualche comparsa in A con l’Olimpia Milano, ndr) e un milanese trapiantato in Sardegna, ma la cosa bella è che allenava come i sardi, per mentalità e cuore. Mi ha fatto diventare un cestista agonisticamente più cattivo.
E, invece, le persone che hai incontrato nei tuoi anni di giocatore ?
Jacopo Giacchetti (attualmente a Forlì, ma in passato a Roma, Milano, Venezia, Torino e in Nazionale, ndr): eravamo super-amici e mi portava in giro nella sua Livorno. Poi Andrea Ghiacci (ha concluso la carriera nel 2017 all’Urania Milano, ma ha avuto esperienze a Casera, Casale Monferrato, Scafati, ecc., ndr) e Luca Garri (oltre 100 presenze in Nazionale, attualmente a Fabriano, ndr), tutti e tre a Montecatini. Ti dirò, ho pure giocato contro Stefano Rusconi e Vincenzo Esposito nei miei anni in B. Marcare Rusconi non è stato per nulla semplice (ride, ndr) …
Due volte hai detto basta alla pallacanestro. Come mai questa scelta ?
Avevo smesso in Serie D con il Basket Pieve ’94 di Mauro Seno, quando giocavamo ancora a Rua di Feletto (nella foto sotto), al termine della stagione 2016-2017, anche perché avevo cominciato ad allenare. Mi ero detto: “Stop ! Non ti esprimi al meglio”. Quindi ho fatto due anni l’allenatore a Oderzo, tra Minibasket e giovanili. Poi il vice allenatore ad Ormelle in Serie C Silver nel 2018-2019. Lì c’erano tantissimi giocatori rotti, così una sera ho fatto il decimo e … mi sono ritrovato ancora tesserato come giocatore ! Ho fatto circa dieci partite, alcune con coach Manuel Pennazzato, altre con Simone Lentini che lo sostituì. Ma, onestamente, ormai il fisico non reggeva più.
Nella tua carriera ci sono anche dei momenti con la maglia azzurra.
Esatto, tra Montecatini e Mestre. Ho fatto parte sia della Nazionale Sperimentale che delle giovanili. Ho partecipato a qualche raduno, giocano dei tornei in Slovenia e Toscana. Mi ricordo pure una bomba di tabella (ride, ndr). Comunque facevo la riserva “a casa”, con altri 3/4 ragazzi. Ero presente se c’erano degli indisponibili.
E proprio con la nazionale hai avuto modo di partecipare ad alcuni allenamenti dell’Under 20 nell’ambito del progetto “M.A.G. – Master Attività Giovanile 11-14”. Come mai questa opportunità e chi hai incontrato lì ?
È stato il premio per essere stato valutato come uno dei migliori partecipanti al Master. Ho assistito agli allenamenti della nazionale U20 di Andrea Capobianco (nella foto sotto, da palladue.it). Si stavano preparando per l’europeo 2019. L’ho trovato molto interessante, perché ho osservato come si muove uno staff e ti aiuta a capire come è lavorare alla fine di un percorso giovanile. Il M.A.G., in realtà, era incentrato sull’avvio all’attività dei ragazzi di 11-14 anni, momento in cui si insegna e si lavora sulle capacità coordinative, ciò che mia appassiona di più.
Su cosa ti ha fatto ragionare questo Master Attività Giovanile ?
Questo corso ti porta a essere uno che la pensa e che segue le linee guida del Minibasket italiano, un modello applicato. Io credo nell’insegnamento delle capacità coordinative e, a differenza di quelli della vecchia generazione, lì ti insegnano a concentrare il lavoro dei ragazzi su aspetti che servono a quell’età, cioè come alzare il loro livello generale, farli diventare persone migliori, al di là della qualità cestistica del ragazzo. In questo momento è quello che reputo davvero interessante. Di sicuro, al momento non mi reputo allenatore da senior. Anzi, il mio desiderio in questo momento è di diventare istruttore Minibasket nazionale.
Per il momento, anche Brian Carpi è atteso alla presentazione del Settore Giovanile e del Settore Minibasket targato BP94, in programma lunedì 24 agosto, alle ore 19, al palasport di Pieve di Soligo. Non mancate e … rispettate la distanza di sicurezza !
(Intervista raccolta da Luca Verlato © basketpieve94.it).