Intervista esclusiva. Tra università, campo e panchina: la vita e la pallacanestro a 360° di coach Marco Zanesco
Ha appena appeso le scarpe al chiodo per dedicarsi a un’attività che già conosce da anni: allenare. Ex ala forte delle minors venete, classe 1992, Marco Zanesco (nella foto) è una delle new entry del Basket Pieve ’94 per la stagione 2020/2021.
Laureando in Scienze Motorie, nella sua carriera da giocatore ha assaporato anche il parquet del PalaDozza a Bologna. Ecco l’intervista al nuovo vice allenatore della GD Dorigo Pieve in Serie C Silver, nonché nuova guida tecnica degli Under 13 e Under 14.
Marco, hai detto stop al basket giocato da poco, come mai questa scelta a soli 28 anni ?
È vero, ho giocato fino a quest’anno, sebbene già allenavo i ragazzi, ma un mese fa Rino Cesca e Davide Brecciaroli mi hanno chiamato per fare l’assistente qui a Pieve. Ho dovuto scegliere tra una cosa e l’altra e, non potendo coincidere, ho deciso di abbandonare il “giocato”. Questo mi sembrava un ottimo treno da prendere, sebbene so già che mi mancherà molto correre con la squadra.
Tra le varie esperienze che hai fatto da giocatore (Cornuda, Bassano, Rosà, Trevignano, Valdobbiadene e Feltre), c’è qualcuna che vorresti ricordare ?
In realtà ogni esperienza ha il suo perché: ad esempio l’ultima, a Trevignano in Promozione, squadra nella quale ero già stato tra il 2012 e il 2014, mi è particolarmente piaciuta. Mi sono trovato alla grande, merito soprattutto dei dirigenti che non ci hanno mai fatto mancare nulla. Però anche i due anni a Feltre, nei quali ci sono da contare 6 mesi da infortunato, sono stati speciali … Forse il gruppo in cui sono stato meglio, con i migliori compagni di squadra. Lì abbiamo fatto il salto di categoria, dalla Serie D alla Serie C Silver nella stagione 2018/19, proprio insiema alla GD Dorigo Pieve.
E Bassano ? Com’è stato l’anno con la formazione di Serie B ?
Incredibile ! Lì ho fatto l’anno dell’Under 19 nazionale e mi allenavo con la B. Arrivavo da Cornuda ed essere catapultato in una realtà del genere mi ha aperto gli occhi. Quello è un altro mondo, c’era un modo di lavorare totalmente diverso e ho visto delle bellissime cose. Poi, allenarsi con la prima squadra che disputava il campionato di Serie B rimarrà una delle migliori esperienze. Ammetto che le prime volte ho avuto la strizza !
Hai qualche ricordo che ti piacerebbe condividere di quell’anno ?
Beh, di certo la trasferta a Bologna, contro la Fortitudo … al PalaDozza ! Mi tremavano le gambe quando sono entrato in campo per il riscaldamento … Un momento assurdo, anche perché il palazzetto era semivuoto, visto che la squadra locale era in B. Comunque fa un certo effetto vedere 1.000-1.500 persone in un impianto del genere. Ti fa capire quanto sia grande.
E come è andata la gara ?
Abbiamo vinto noi ! All’overtime ! Un tiro del nostra capitano ha sancito la vittoria di Bassano, anche se, in realtà, il suo piede aveva toccato la linea dell’out. Poco importa … ci hanno dato il canestro buono (ride, ndr) …
Ci sono degli allenatori che ti piacerebbe ricordare ?
Ho iniziato a fare i miei primi canestri a sei anni, per cui di allenatori ne ho visti molti. Mi sono trovato bene con tutti, ma vorrei ricordare Stefano Palermo, che a Cornuda seguiva il Minibasket e mi ha visto crescere. Inoltre Dino Balzan, in uno dei due anni a Feltre e Francesco Pompeo, a Trevignano.
Hai trascorsi in Prima Divisione, Promozione, Serie D e B, ma mai in C. Ironia della sorte, debutterai da vice allenatore senior proprio in una categoria che non hai mai “frequentato”: cosa ti aspetti dalla C Silver ?
Da quello che ho visto e sentito da fuori, soprattutto dai miei compagni di Feltre, percepisco che la fisicità è senza dubbio la differenza più grande rispetto alla serie inferiore. Conoscendo la squadra di Pieve, per come me l’ha presentata Davide Brecciaroli e avendoci pure giocato contro, fisicamente non siamo messi male. Forse ci manca qualcosa sotto canestro, ma credo che potremo dire la nostra. Inoltre, mi sembrano persone pronte, sveglie e capaci nel leggere gioco e situazioni, e questo ci darà una grande mano. Chiaramente l’obiettivo della società è salire di categoria il prima possibile, ma non sarà facile per nessuno, visto il momento-Covid. Magari, però, è proprio l’anno buono già questo. Forse quelli che saranno i favoriti sulla carta, avranno più difficolta e ci potrebbero essere delle sorprese. Quel che è sicuro è che a Pieve di Soligo si suderà molto. Speriamo che aprano le porte, perché il palazzetto pieno crea difficoltà agli avversari e dà del filo da torcere a tutti.
Ti sei formato come allenatore a Basket Lab: di cosa ti occupavi ?
Alleno da circa sei anni e ho fatto quasi tutte le categorie giovanili fino all’Under 15, con un anno da vice in Under 16. A Basket Lab da tempo seguo il Minibasket e i più piccoli, dall’ultimo anno di asilo alle elementari e lo farò anche quest’anno. Il mio focus, quindi, è sul Minibasket e le giovanili e questa in Serie C Silver a Pieve sarà, appunto, la mia prima volta sulla panchina di una squadra senior. Inoltre, ho anche la tessera da preparatore fisico, ma non ho mai esercitato questa mansione in nessun gruppo.
Dunque ti sei sempre occupato dei “piccoli” del basket: pensi che questi possano aver avuto delle ricadute, non solo sotto l’aspetto fisico, in un periodo come quello del lock-down ?
Secondo me per i più “piccoli” le ricadute relazionali sono le più quotate, perché i bambini sono stati chiusi per tanto tempo in casa, privati della loro quotidianità: la scuola, lo sport, il contatto con gli amici. Per quelli più “grandi”, invece, credo che le ricadute possano essere … gli infortuni. Infatti, nelle giovanili, magari dagli Under 15 in sù, nella stagione che inizierà potrebbero esserci più problemi fisici. Ognuno ha una storia a sé, ma, se da febbraio a giugno il tuo corpo non ha fatto gli sforzi che faceva prima, ci potrebbero essere dei problemi nel momento di ritorno alla routine. Però so che il nostro preparatore fisico Lorenzo Casagrande ha già attivato i suoi protocolli.
Sei un laureando in Scienze Motorie. Che cos’è il basket – e in generale lo sport – dal punto di vista fisico e umano-educativo ?
Intanto prometto che la mia laurea in scienze motorie la porterà a termine a breve (ride, ndr) ! L’ho trascurata un po’ per via della pallacanestro e di altre attività che svolgo. Ad ogni modo, io credo che lo sport sia fondamentale soprattutto partendo dalle basi, dai “piccoli-piccoli”, affinchè diventino delle persone autonome, responsabili. Mi hanno sempre detto che l’obiettivo del Minibasket è quello di rendere un bambino indipendente alla fine del suo percorso, quando avrà 11 anni. Dunque lo sport è un obiettivo verso i ragazzi per la loro vita. Infatti, quando vado in palestra, certamente mi interessa insegnare e dare agli adolescenti qualcosa da un punto di vista tecnico della pallacanestro, ma, soprattutto quello che cerco è che lo sport li educhi. Voglio che sia motore di relazioni, educazione allo stare assieme, imparare a rispettare le regole, saper chiedere scusa, tutte cose che in questa società (spesso) passano in secondo piano. In più, ovviamente, c’è una componente di salute delle persone … bisogna educare anche in quel senso. L’attività fisica, associata a una sana alimentazione, aiutano a prevenire, creano uno stile di vita corretto, in generale, sotto vari punti di vista.
Assieme all’attività di allenatore, che altro svolgi nella vita ?
Al mattino seguo dei progetti e delle attività motorie nelle scuole e negli asili. E al pomeriggio … volo in palestra !
Benarrivato a Pieve di Soligo e un grosso “in bocca al lupo”, dunque, anche a Marco Zanesco nella sua duplice veste di vice allenatore (per la prima squadra) e di allenatore (per le giovanili).
(Intervista raccolta da Luca Verlato © basketpieve94.it).