Partite le dirette Instagram del Basket Pieve ’94
Coach Guido Saibene ha duettato con il nostro responsabile tecnico Lino Frattin su questo momento difficile anche per la pallacanestro
Vi siete persi la prima serata con le dirette #BP94 ?
No problem ! Tranquilli ! Perché a questo link potete recuperare sul canale Instagram della Società l’incontro con coach Guido Saibene.
Una serata passata assieme all’attuale tecnico della Robur et Fides Varese (squadra militante in Serie B) con esperienze un po’ ovunque, come alla Virtus Roma, all’Olimpia Milano o a Cantù.
“I migliori giocatori che ho allenato? Beh, ce ne sono tanti, potrei dirvi Dejan Bodiroga (in Italia ha militato per Trieste, Milano e Roma, all’estero – tra le altre – Real Madrid, Panathīnaïkos e Barcellona, ndr), Carlton Myers (storica medaglia d’oro azzurra agli europei 1999 e bandiera di Pesaro, oltre che guardia per Rimini, Fortitudo Bologna, Roma e Siena, ndr), David Hawkins (statunitense arrivato in Italia nel 2004 per Rieti, ha giocato a Roma, Milano e Siena, ndr) o Davide Lamma (giocatore simbolo per molti anni della Fortitudo Bologna, attuale dirigente per Trapani, ndr), ma ce ne sono molti altri” ha detto il tecnico lombardo.
Una serata che più che un’intervista è stato uno scambio di opinioni e idee sul basket tra due amici che si conoscono da tempo.
Il focus sul tiro è stato uno dei leitmotiv della serata. “Lo sport si chiama pallacanestro, quindi il fondamentale più importante è il tiro (…). Quando alleniamo il tiro il nostro obiettivo non è fare canestro, è fare ciuff; solo allenandosi così scoprirete che farete tanti canestri in più rispetto a prima” ha detto l’allenatore, che ha anche raccontato un piccolo aneddoto sul movimento di tiro di un giovanissimo Stephen Curry: “è stato suo padre, giocatore anche lui (Dell Curry, cdr), a correggerlo”. E quindi “bisogna guardare i tiratori eccezionali, quelli che eseguono questo fondamentale bene, perché c’è una teoria che dice che tutto ciò che fa l’essere umano, è replicabile”.
Durante la chiacchierata si è discusso molto anche di allenamento, definito da Saibene come “una sfida con se stessi, allenamento è uscire dalla zona di comfort, vedere cosa sai fare, ma non andare mai troppo oltre: bisogna alzare l’asticella un po’ sopra alle proprie capacità, giungere all’attimo appena successivo a quello che si sapeva già fare (…). Dunque, bisogna porsi degli obiettivi difficili ma possibili, sennò si perde qualcosa per strada: tranquillità, fiducia, passione e voglia”.
E infatti, uno dei temi finali è stato proprio inerente a questa passione, voglia, desiderio, così spiegato dall’ospite dell’incontro: “gli americani lo chiamano desire, che da noi viene tradotto in desiderio, ma dal loro punto di vista è qualcosa di molto più sentito e importante, è qualcosa di fisico, come fosse una mancanza. Ecco, bisogna tenere accesa questa fiammella”.
Vogliamo ringraziare coach Guido Saibene per il tempo dedicatoci e per i materiali di lavoro che ha condiviso, invitandolo ancora una volta a passare al Palazzetto di Pieve di Soligo nel momento in cui sarà possibile.
L’appuntamento è alla prossima diretta … presto sarà svelato il secondo ospite.
STAY TUNED !