Intervista esclusiva a Lorenzo Casagrande: il ruolo del preparatore fisico tra lockdown e l’incognita-calendari
Lorenzo Cagarande (nella foto sopra) è il nuovo preparatore fisico della GD Dorigo Basket Pieve 94. Tante esperienze, soprattutto tra Conegliano, Verona e gli Stati Uniti e un passato già a strisce biancoblù. Non è un caso, dunque, che l’ex guardia classe 1994, che ha avuto la sua prima volta in panchina proprio al BP94, veda la pallacanestro a partire dalla preparazione fisica.
Lorenzo, tu non sei una vera e propria “new entry”, perché hai già dei trascorsi al Basket Pieve ’94. Cosa ci puoi raccontare ?
È vero, sono un ex di Pieve sia da giocatore, che da preparatore. Infatti, ho fatto un anno nei tempi che furono da Under 15, e ho preparato la prima squadra nell’anno del passaggio dalla Promozione alla Serie D, con Max Trabucco. Per me Pieve non è una “casa” nuova … qui mi sono sempre trovato bene. Già conosco i fratelli Luca e Marco Bortolini, Elia Prandini, Carlo e Rino Cesca, e adesso mi sono pure trovato bene con il coach, Davide Brecciaroli.
Nella tua carriera da giocatore c’è tanta Vigor Conegliano: quali sono stati i tuoi anni migliori ?
Di sicuro il primo anno da Under 17, quando abbiamo disputato il campionato regionale. Voglio menzionare anche l’ultimo anno da Under 19. Anche lì eravamo nel Regionale e io ero pure il capitano della squadra. In quella stagione ho avuto anche la fortuna di allenarmi con la Serie C. Sono finito qualche volta in panchina.
Hai fatto un salto anche nella sponda opposta di Conegliano, gli Eagles: come è andata ?
Sono finito lì un po’ a caso (sorride, ndr). Ero tornato a dicembre da un viaggio in America e, per un insieme di cose, per il fatto che c’era Trabucco come allenatore, conoscevo già dei giocatori e la vicinanza a casa, ho deciso di rincominciare a giocare dopo l’università. Ho fatto una stagione ed è andata bene. Siamo saliti dalla Prima Divisione alla Promozione. Ho un ricordo molto positivo. Ma per via del lavoro, l’anno dopo non ce l’ho più fatta a proseguire.
Oltre a Conegliano e Pieve di Soligo, Verona !
Sì, anche a Verona ho fatto il cestista. Con il CUS (Centro Universitario Sportivo), per l’esatezza. Eravamo in Promozione e l’ho fatto nel primo anno di università, perché dal secondo ho iniziato con l’attività di preparatore atletico. Infatti, ho dovuto prendere una decisione: o giocavo o allenavo. Così ho scelto per la seconda, ma la passione per il gioco rimane sempre.
Capitolo università: qual è il tuo percorso di studi ?
Ho iniziato scienze motorie e sportive a Verona nel 2013 e l’ho conclusa in tre anni. L’università è un’esperienza super, ti dà le basi, una visione che poi tu completerai. Finiti gli studi accademici, ho deciso di fare un’esperienza all’estero, e non continuare con la magistrale. Ma questo è uno dei grilli che spesso ho in testa. In più, ho praticato dei corsi da preparatore, di rieducazione posturale, delle specializzazioni in modo autonomo.
E negli USA ?
Sono andato a New York per imparare la lingua in una scuola, con l’obiettivo iniziale di fare anche un’esperienza nel mondo del basket. Però le cose non sono così semplici (ride, ndr), così ho ripiegato nel volontariato. Ho allenato lì, sempre pallacanestro, anzi … basketball !
Che altre esperienze da preparatore atletico hai nel tuo curriculum ?
Dopo l’inizio a Pieve ho fatto tre anni con il Basket Femminile Conegliano, con la squadra in Serie C e devo dire che lì è cresciuto un bel nucleo di giocatrici. Un’altra esperienza senior l’ho fatta nel mio ultimo anno di triennale, a Peschiera del Garda, in D e con due squadre giovanili.
Hai già avuto modo di parlare e lavorare con Davide Brecciaroli e Marco Zanesco: che impressioni hai avuto?
Marco l’ho appena conosciuto agli allenamenti di questa settimana, mentre con Davide il rapporto è iniziato già il mese scorso è ho … una super impressione ! Mi è sembrato molto preparato, competente e deciso nelle cose da fare e nello stile che vuole imporre. Credo abbia già capito i giocatori e ho trovato subito un buona organizzazione del lavoro.
E i ragazzi ? Li hai già caricati di lavoro?
A luglio avevo dato delle indicazioni di lavoro. Per via di cosa è successo, tutti hanno vissuto un lungo momento di … sedentarietà e potenzialmente potrebbero esserci più infortuni rispetto agli anni scorsi e, in generale, delle ripercussioni che ad oggi non possiamo sapere. D’altronde i giocatori hanno vissuto una vita come tutti tra divano, letto, pc e … tavola. Quindi la parola d’ordine è “prudenza”, specie considerando che non abbiamo ancora i calendari dei campionati.
Spesso negli sport di squadra, quando le cose non vanno nella giusta maniera, il primo indiziato e a essere criticato è l’allenatore. Secondo te, quali possono essere, invece, gli errori che fanno i preparatori atletici?
Difficile questa … Potrei dirti il fatto che sia stato dato lo stesso tipo di lavoro a tutti. Visto che ogni giocatore ha il suo storico di infortuni, bisogna sempre tener conto di tutti i “traumi” che il giocatore ha subito. Per questo la cosa più importante è “individualizzare”. Un altro errore, forse il maggiore, è quello di non ascoltare i “feedback” di allenatore, staff e giocatori. Mentre un allenatore deve gestire cinque giocatori durante la partita, l’obiettivo di un preparatore atletico è quello di tenere tutti i giocatori sani e performanti per 10 mesi. Diciamo, quindi, che c’è un rapporto diverso.
Facciamo un grande “in bocca al lupo” a Lorenzo: certo, il lavoro non mancherà in questa stagione!
(Intervista raccolta da Luca Verlato © www.basketpieve94.it).